L'irresistibile unicità delle intelligenze

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isaefrenk
view post Posted on 8/3/2010, 13:22     +1   -1




''Di qui ci siamo già passati. C'era un tizio che buttava la spazzatura davanti a quella casa...». In macchina ci siamo guardati increduli, quando l'amica con cui eravamo in vacanza se ne è uscita con questa frase. Ci eravamo persi da una mezz'ora buona, e quell'informazione è stata l'indicazione che ci ha riportati nella direzione giusta. Perché mai avesse notato un dettaglio così insignificante, sfruttandolo per ritrovare la strada, l'ho scoperto leggendo La bussola nel cervello, a pagina 98. Dove si spiega, tra mille altre cose, la differenza nel senso dell'orientamento tra uomini e donne. Le donne si orientano ricorrendo a punti di riferimento, gli uomini usano la geometria. È così che si finisce per rovesciarsi addosso parole irripetibili davanti a una cartina...
Si parla molto di intelligenza e di differenze, in questo numero, a volte anche dove non lo si dice esplicitamente. D'altra parte, se dovessimo indicare una caratteristica che distingue la nostra specie, la maggior parte di noi direbbe, probabilmente, l'intelligenza. Se invece ci fosse chiesto di spiegare che cos'è l'intelligenza, altrettanto probabilmente ognuno di noi darebbe una risposta diversa. È singolare che una qualità così evidente sia anche così elusiva, ma a pensarci bene sotto la voce «intelligenza» raduniamo così tante abilità che una sua qualsiasi definizione finisce per essere riduttiva. Tanto che i tentativi di misurarla, a cominciare dai test del quoziente intellettivo, sono sempre stati al centro di accesi dibattiti.
Oggi, poi, scopriamo che ognuno di noi usa il cervello a modo suo, quasi l'intelligenza avesse schemi unici, distintivi di ciascun individuo, proprio come un'impronta digitale esclusiva di ogni cervello. Come spiega Richard Haier in Cervelli diversi, a pagina 38, gli studi di neuroimaging hanno rivelato che persone dotate dello stesso quoziente d'intelligenza generale risolvono lo stesso problema con uguale velocità e precisione ma in modo diverso, usando una diversa combinazione di aree cerebrali. Di qui potrebbe emergere, secondo Haier, una nuova definizione dell'intelligenza, legata all'architettura e al funzionamento del cervello.
Architettura e funzionamento, però, non sono tutto. Perché l'intelligenza, per esprimersi in tutte le sue potenzialità, ha bisogno di stimoli. E secondo alcuni studi questi stimoli non sono indipendenti dallo status sociale della famiglia e dal grado di istruzione dei genitori. Esposti nel servizio Povera infanzia, i risultati delle più recenti ricerche sullo sviluppo cognitivo mostrano che i bambini cresciuti in condizioni sociali disagiate hanno difficoltà di linguaggio e di memoria. Non è una buona notizia, perché ogni volta che un bambino non ha l'opportunità di sviluppare al meglio le sue qualità non è solo lui a perdere. Perdiamo tutti.
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