Il rischio dell'inverno nucleare

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isaefrenk
view post Posted on 8/3/2010, 13:24     +1   -1




Negli ultimi mesi l'attenzione politica internazionale è stata puntata sugli impianti iraniani per l'arricchimento dell'uranio. Secondo Teheran non è che un legittimo sviluppo del nucleare civile, ma per molti osservatori c'è la seria preoccupazione che la repubblica islamica sviluppi armi nucleari, violando il Trattato di non proliferazione ed entrando nel sempre meno ristretto «club dell'atomica»
E le preoccupazioni sono quanto mai giustificate. Basta leggere l'articolo Guerra nucleare locale, catastrofe globale, di Alan Robock e Owen Brian Toon, a pagina 62. Riprendendo gli studi degli anni ottanta sull'«inverno nucleare» che sarebbe stato provocato da una guerra atomica tra Stati Uniti e Unione Sovietica - studi che hanno contribuito ai trattati sul disarmo - Robock e Ton hanno usato modelli molto più sofisticati per simulare l'impatto globale di un conflitto nucleare, sia pure limitato ai «piccoli» arsenali di India e Pakistan. E i risultati sono tutt'altro che rassicuranti.
Anche se i due paesi asiatici dispongono di poche decine di testate a fissione ciascuno, e per di più di potenza limitata (nulla a che vedere con gli ordigni a fusione termonucleare di Russia e Stati Uniti), se questi ordigni fossero reciprocamente sganciati sulle città e sulle aree industriali nemiche causerebbero milioni di vittime e scatenerebbero immani incendi. Da questi si libererebbero milioni di tonnellate di fumo che in poche settimane coprirebbero tutta la superficie della Terra, nascondendola alla luce del Sole, raggiungendo l'alta atmosfera e provocando un'improvvisa diminuzione della temperatura per diversi anni a livello globale e una riduzione delle precipitazioni. Ne seguirebbe, secondo gli autori, una crisi agricola mondiale, con conseguenze catastrofiche sulle risorse alimentari. Robock e Toon concludono l'esposizione dei loro risultati invocando nuove simulazioni indipendenti condotte da altri ricercatori, ma soprattutto invitando i leader mondiali a impegnarsi per l'abolizione delle armi atomiche.
È chiaro, dunque, come l'ingresso dell'Iran nel club dell'atomica - di cui Israele fa già parte - aprirebbe una nuova potenziale tensione a rischio di guerra nucleare in un'area di già grande instabilità come il Medio Oriente. Ed è altrettanto evidente l'urgenza di rivedere gli accordi sulla proliferazione nucleare, prevedendo maggiori controlli e sanzioni più severe per i paesi che si apprestino a sviluppare armi atomiche, attribuendo maggiori responsabilità e poteri a un organismo cruciale come l'International Atomic Energy Agency.
Infine, una buona notizia. Il 14 febbraio ha chiuso i battenti al Palazzo delle Esposizioni di Roma la mostra Astri e particelle. Le parole dell'Universo, organizzata dall'Istituto nazionale di fisica nucleare con l'Agenzia spaziale italiana e l'Istituto nazionale di astrofisica per celebrare il quarto centenario delle prime osservazioni astronomiche di Galileo. Ora si sposterà alla città della Scienza di Napoli, per poi approdare al Museo di fisica e astrofisica di Teramo, sua destinazione definitiva.
Il bilancio parla di circa 140.000 visitatori, un successo clamoroso per un'esposizione che si avventura al confine tra scienza e videoarte, combinando la spettacolarità delle immagini con l'incredibile complessità dell'astrofisica e della fisica delle alte energie e il fascino degli strumenti che l'uomo ha via via escogitato per studiare il cosmo. E il risultato è stato così efficace che gli organizzatori sono stati contattati dai responsabili della Cité des Sciences et de l'Industrie del Parc de la Villette per portare la mostra a Parigi. Per capirci meglio, una mostra tutta concepita e realizzata in Italia ha incontrato l'interesse e l'apprezzamento del più grande museo scientifico d'Europa.
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